L'ORA DEL SALENTO / Punto&Sport
di Simone Stifani

Li chiamano “sport minori” ma sono tutt’altro che tali le attività sportive agonistiche svolte da atleti disabili in tutto il mondo. Queste attività sportive comprendono l’atletica leggera, il basket, il curling, il golf, l’handbike.
Sport per portatori di handicap che a detta di una parte consistente della società contemporanea non sono degni di essere equiparati agli sport agonistici ed olimpici praticati dagli atleti normodotati.
Essi non godono infatti della stessa risonanza mediatica e supporto economico di cui le stesse tipologie di sport praticate però da atleti “normodotati” godono.

Unica nota positiva è da individuarsi nella grande forza di volontà e coraggio degli stessi atleti disabili nel testimoniare che nonostante tutto si può vincere la battaglia della vita sia nel quotidiano problematico ma segnato indelebilmente da una speranza che non muore come anche nei campi sportivi.
Testimoni di speranza nella vita e nello sport sono anche i membri di “Utopia Sport” associazione culturale, senza fini di lucro, operante nel territorio del Comune di Vernole e nella Provincia di Lecce che da quattro anni si prefigge l’obiettivo quotidiano di divulgare lo sport rendendo il tempo che esso occupa tempo opportuno, favorevole di integrazione tra atleti normodotati ed atleti disabili. Il tutto infatti è svolto con uno spirito di cooperazione e di amicizia.
Notevoli sono le attività sportive a livello agonistico svolte da quest’associazione culturale e sportiva: Tennistavolo per disabili, handbike etc. Di levatura nazionale sono i nomi che spiccano tra gli altri in quest’associazione. Tra questi è doveroso citare Grazia Turco campionessa del Giro d’Italia in handbike 2011 insieme a tutta la squadra di “Utopia Sport”.
Correre in handbike con il vento, il freddo, la pioggia, il caldo torrido sfidando anche la propria capacità di resistenza fisica è per Grazia e i compagni di squadra la metafora della vita: Un cammino tutto in salita costituito da prove difficili, indirizzato però verso la pienezza della vita che comincia già per questi atleti nell’uscire da se stessi, liberi da ciò che, come la disabilità, apparentemente li potrebbe chiudere in se stessi, per dimostrare che vivere si può.
Una chiusura in se stessi, quella degli sportivi disabili che anche se non voluta da loro, è permessa dalle Istituzioni le quali non sono attente, ci dicono dall’associazione “Utopia Sport”, allo sport come mezzo di inclusione dei portatori di handicap nella società.

Dal punto di vista economico, infatti, occorrerebbe da parte delle Istituzioni un forte scatto di reni che in realtà oggi non c’è. Il Governo attuale anzi avrebbe previsto un taglio di 700 mila euro al Comitato Italiano Paralimpico (Cip) oltre il taglio di 2 milioni di euro previsto a inizio anno. Tutto ciò se fosse attuato impedirebbe alle nazionali italiane di nuoto e di atletica paralimpiche di partecipare ai prossimi Mondiali.
Fa sperare però la telefonata al Presidente del Cip da parte del Premier Enrico Letta che l’ha rassicurato promettendogli di fare il possibile per ridurre il taglio.
Terminiamo affermando che il taglio delle finanze allo sport per disabili, porta alla depauperazione della dignità di persone umane di cui godono questi atleti disabili.