Partecipazioni a manifestazioni 2010/11

Utopia-sport è le manifestazioni 2010-2011

 

DATA

LOCALITÀ

Tipo di manifestazione

11.09.10

ERCHIE

Manifestazione di Beneficenza Happy Handicap 2010

24/26.09.10

Monopoli

2° edizione tutti insieme per i paralimpici

14.10.2010

Lecce

V^ Giornata Paralimpica

15.10.2010

Lecce

Convegno dal titolo “Dalla Sport Terapia allo Sport Paralimpico”

Il Top Spin

Di seguito viene riportato l’introduzione al top spin di Costanti, per ulteriori approfondimenti sulle fasi consultare il link: www.asdastra.it/tennis-tavolo.html.

Il top-spin ha subito molte evoluzioni nel corso degli ultimi 40-50 anni, dai movimenti lunghi e corti alle posizioni di partenza bassa e alta, dalle inclinazioni della racchetta chiuse e aperte alle variazioni laterali (side-spin), dall’utilizzo della spalla e utilizzo del braccio libero alle parabole alte e traiettorie tese, insomma in tutti questi anni c’è stato di tutto. Con l’evoluzione dei materiali, il progredire della preparazione fisica prima, e l’avvento della colla poi, è possibile incidere nei colpi con maggiore intensità. Il comune denominatore, di tutti i tipi di top-spin del passato, del presente e del futuro, il più delle volte non è spiegato. Questo articolo tenta di illustrare il principio base di un qualunque colpo, compreso il top-spin.

Per approfondire questo concetto occorre innanzitutto provare a rispondere a 2 domande:

  • Perché o quando, si dice che un colpo, in questo caso il top-spin, è eseguito correttamente?
  • Che cosa suggeriscono i tecnici nel caso in cui i giocatori commettono degli errori?

Un top-spin è eseguito correttamente quando si è di fronte a 2 eventi:

  • La riuscita del colpo in termini del fatto che la palla entri in campo.
  • La sua diretta efficacia, efficacia intesa come possibilità di vincere un punto inducendo all’errore l’avversario o con un colpo successivo perché il precedente lo aveva messo in difficoltà.

Il top-spin o qualunque altro colpo si compone di 4 fasi:

  • Preparazione e carico
  • Approccio alla palla
  • Impatto e accelerazione
  • Movimento a seguire e scarico (follow-through)

Per la riuscita di un colpo, tutte e 4 le fasi sono importanti, complementari e successive fra loro, per l’esecuzione del colpo c’è un’altra fase, detta dell’osservazione che di seguito spiegherò.
La preparazione e carico del colpo sono fondamentali perchè impostano il colpo, l’azione è direttamente determinata dalla valutazione che si ha della palla. Questo aspetto è fondamentale per un giocatore di pingpong, perchè è solo attraverso la corretta osservazione-valutazione in merito alla palla che il nostro apparato motorio si organizza per fare una scelta adeguata rispetto la situazione che si presenta.
Invito i bambini e anche i grandi, compresi i professionisti, a compiere un’operazione tanto banale quanto fondamentale, guardare sempre e solo la palla, perché? Per diversi motivi tutti importanti:

  • si ha modo di valutare il tipo e la qualità di rotazione in arrivo
  • si ha modo di capire la direzione e il punto in cui la palla andrà a cadere sul tavolo
  • si avrà un’idea della velocità con cui la palla ci viene incontro.

La perdita di concentrazione di uno di questi 3 elementi induce qualunque giocatore all’errore.
Quindi, sintetizzando, una palla è colpita dall’avversario e automaticamente la nostra reazione indurrà il corpo a muoversi nel modo più appropriato, tanto più è precisa l’osservazione della palla in arrivo ed i calcoli che ne conseguono, tanto più rapido sarà il comando impartito dal cervello alla muscolatura affinché il colpo sia fatto con il giusto tempo (timing).
Questa premessa era necessaria per farvi capire quanto sia complicato tutto il processo di osservazione e reazione, processo che avviene immediatamente prima delle 4 fasi del colpo che ho citato poco fa.

PRIMA FASE “preparazione e carico”

Questa fase, come dicevo, è importante per l’impostazione del colpo, il carico del peso sul colpo e, più in generale, ci permette di impostare la stabilità del corpo.
La preparazione del colpo avviene con la successione: piede-gamba-anca

  • I piedi si posizionano e la loro funzione è di avere un appoggio solido, i piedi fanno presa sul terreno per poter utilizzare al meglio tutte le componenti della forza e della velocità.
  • Le gambe assumono la posizione flessa e si preparano a sorreggere il peso del corpo.
  • L’anca si modella a seconda di ciò che si vuole fare (flessione in avanti, torsione laterale e flessione in dietro)
  • A questo punto ci sono due tipi di carico:
  • Il primo è un carico fisico nel senso che il peso del corpo si appoggia sulle gambe e sulle ginocchia
  • Il secondo è un carico intenzionale, è un carico più mentale che altro, in cui, si organizza il proprio potenziale di colpo, una sorta di tensione muscolare invisibile, tutta interiore.

In questa fase è importante anche la schiena, che ha la funzione di modulare il colpo, rendendosi flessibile per eventuali aggiustamenti dell’ultimo momento, una buona mobilità della schiena favorisce una migliore velocità di esecuzione dei colpi.
Nel momento in cui ci prepariamo e carichiamo il colpo, iniziamo anche a fare un ragionamento sulla tattica da mettere in pratica.
Nel momento di colpire la palla, si dovrebbe fare un ragionamento: come colpire e dove indirizzare la palla.

5^giornata nazionale dello sport Paralimpico

E’ da poco terminata, in 13 città italiane, la V Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico: una festa che ha raccolto più di 40.000 studenti

E’ appena terminata la V Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, che si è svolta a Roma come in altre 12 città italiane. In tutte le piazze coinvolte, si sono radunati più di 40.000 atudenti delle scuole medie e superiori, per celebrare il massimo evento promozionale del Comitato Italiano Paralimpico, e vivere un momento di integrazione e incontro con i campioni paralimpici presenti in tutta Italia per dimostrazioni ed esibizioni. Solo nella Capitale, sono accorsi circa 4.000 ragazzi, molti più di quelli attesi, che hanno avuto la possibilità di mettersi alla prova in discipline paralimpiche quali il tennistavolo, il basket in carrozzina, l’adaptive rowing, l’equitazione, la danza sportiva, il lancio del vortex, la corsa, il torball. L’edizione romana, poi, ripresa in diretta dalle telecamere di SKY, è stata impreziosita dalla presenza di testimonial d’eccezione quali l’attrice Maria Grazia Cucinotta, la cantante Alexia, l’atleta paralimpica e cantante Annalisa Minetti. Così ha salutato l’evento il Presidente del CIP Luca Pancalli: “Grazie a tutti voi, a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa Giornata dedicata allo sport, cui riconosco tre caratteristiche: è uno strumento educativo, è in grado di annullare le differenze, è capace di regalare soddisfazioni di altissimo livello, come succede ai campioni paralimpici. Ma tengo a ribadire ogni volta che, da dirigente sportivo, quello che più mi interessa non sono le medaglie, ma il numero di ragazzi che riusciamo a tirare fuori di casa per portarli a fare sport. Questo è e sarà sempre, per me, il risultato più importante”. E ancora: “Se il nostro movimento cresce continuamente, merito è del lavoro quotidiano che fanno le famiglie e le società sportive sul territorio, ma anche delle coperture mediatiche, che a Vancouver, dove avevamo con noi sia la Rai che Sky, sono state le più grandi di sempre”. E ha concluso: “Aiutateci a non sentirci diversi. Non lo siamo”. Così, invece, Paolo Iammatteo, consigliere di Enel Cuore, la Onlus che dal 2006 è al fianco del CIP per dare vita a questa iniziativa: “Con questa Giornata, cerchiamo di rendere la diversità un ricordo, non una concretezza. Con lo sport, oggi, qui, abbiamo annullato ogni differenza”.

14/10/2010 fonte CIP

 

Anche la nostra associazione rappresentati da Turco Anna Grazia, premiata per i risultati conseguiti in Handbike, e  Paolo CONGEDO, entrambi hanno partecipato per la disciplina del Tennis Tavolo, fieri di esibirsi in presenta del Presidente FITeT Provinciale Mario Ingletti e il decano del tennis Tavolo della provincia Toto’ (Salvatore) MAGGIORE, ha partecipato attivamente alla manifestazione nazionale svoltasi a Lecce.

5° GIORNATA NAZIONALE PARALIMPICA DELLO SPORT Lecce 14 Ottobre 2010

Comitato Regionale Paralimpico Puglia

Via Martiri delle Fosse Aerdeatine n. 45 cap. 72100 Brindisi

fax. 0831 520452 cell. 347 3803802 cell.presidenza comitato reg.3346689311

e-mail puglia@comitatoparalimpico.it

5° GIORNATA NAZIONALE PARALIMPICA DELLO SPORT

Lecce 14 Ottobre 2010

 

C.I.P. F.I.S.D.I.R. Puglia, 5° Giornata Nazionale Dello Sport Paralimpico Lecce 14 Ottobre 2010

Il Comitato Italiano Paralimpico e la fondazione ENEL CUORE onlus indicono e organizzano il 14 ottobre 2010 nelle città di lecce, Cagliari, Milano, Torino, firenze,  reggio emilia, Genova, Vicenza, spoleto, Roma, avellino, campobasso, messina,  la 5° giornata nazionale dello sport paralimpico, per lo sviluppo e la promozione dello Sport per le persone disabili.

Il Comitato Regionale C.I.P. PUGLIA organizza a Lecce, tale evento sportivo per la promozione di discipline sportive rivolte  a persone con disabilità  Intellettiva, Fisica, sensoriali, e Sordi.

La manifestazione che quest’anno è stata strutturata in 2 giornate vedrà la 1° dedicata alla promozione sportiva e si svolgerà Giovedì 14 Ottobre 2010 presso il Palazzetto dello Sport “G. Ventura

Lingua dei segni

Lingua dei segni

Descrizione

La comunicazione avviene producendo quelli che a un profano possono sembrare dei banali gesti, ma in realtà si tratta di segni (che a differenza dei gesti hanno uno specifico significato codificato ed assodato, come avviene per le parole) compiuti con una o entrambe le mani, ad ognuno dei quali è assegnato uno o più significati. Le lingue dei segni sfruttano il canale visivo-gestuale, perciò il messaggio viene espresso con il corpo e percepito con la vista.

Le lingue dei segni sono afferenti alle comunità dei sordi sparse su tutto il mondo: ad ogni nazione corrisponde una sua lingua:

  • in Italia, la Lingua dei Segni Italiana (in acronimo LIS),
  • negli Stati Uniti la Lingua dei Segni Americana (American Sign Language, ASL)
  • nel Regno Unito la Lingua dei Segni Britannica (British Sign Language, BSL)
  • in Francia la Lingua dei Segni Francese (Langue des Signes Français, LSF)

e cosi via.

È da sottolineare che non solo a ogni nazione corrisponde una specifica lingua dei segni, ma che anche all’interno dello stesso paese esistono leggere varianti regionali della lingua dei segni nazionale ed in certi casi, perfino all’interno di una stessa città tra circoli di diversi istituti (vedi il caso della LIS e delle sue varianti dialettali e delle sue varianti nella città di Roma ad es. tra l’istituto di V. Nomentana e lo Smaldone).

Storia

La comunicazione visiva dei sordi è nota sin dall’antichità: anche se le notizie su quello che allora veniva chiamato linguaggio mimico o dei gesti sono molto frammentarie. Il primo a descrivere nei suoi scritti in modo più sistematico la lingua dei segni usata dai suoi studenti sordi è l’educatore e fondatore della Scuola di Parigi per sordi, l’Abbè de L’Epèe, che, nella seconda metà del 700, decide di utilizzare questa forma di comunicazione per insegnare la lingua scritta e parlata aggiungendo dei segni da lui creati corrispondenti ad elementi grammaticali e sintattici della lingua francese.

Sicard, successore di L’Epèe, è stato un grande studioso della lingua dei segni e in generale tra gli illuministi francesi, nello stesso periodo, si può riscontrare un interesse per i diversi aspetti della comunicazione umana. Lo statunitense Thomas Hopkins Gallaudet, affascinato dall’opera di Sicard, si reca in Francia e dopo un anno di tirocinio presso l’istituto dei sordi di Parigi, decide di ritornare in patria nel 1816. Nel viaggio di ritorno in nave durato un anno impara la lingua dei segni francese (LSF) da un educatore sordo dell’istituto che porta con sè: Laurent Clerc. Gallaudet ha portato negli Stati Uniti la lingua dei segni francese, che  diffondendosi grazie alla nascita di istituti per sordi (la prima scuola è quella di Hartford nel Connecticut), e combinandosi con dei segni allora in uso presso la popolazione locale, ha dato origine alla lingua dei segni americana (ASL) (possiamo infatti notare ancora oggi delle somiglianze significative tra la LSF e l’ASL). Gallaudet è famoso, inoltre, per aver fondato la prima università al mondo per sordi.

Anche in Italia esiste e viene usata una lingua dei segni tra i sordi: esistono testimonianze al riguardo di educatori sordi della prima metà dell’800. Ma il Congresso di Milano del 1880 e la svolta rigidamente oralista che ad esso si accompagna impedisce che questa forma di comunicazione abbia un’ampia diffusione soprattutto in ambito educativo: proibita nelle classi si diffonde nei corridoi con un conseguente impoverimento linguistico e una conseguente mancanza di consapevolezza che la lingua dei segni italiana costituisca la lingua madre dei sordi, non inferiore alla lingua degli udenti. In tutti i paesi, comunque, la lingua dei segni inizia ad essere studiata da un punto di vista linguistico solo a partire dagli anni sessanta. William Stokoe, un ricercatore americano, fu il primo a dimostrare che questa forma di comunicazione non è una semplice mimica, ma una vera lingua, con un suo lessico e una sua grammatica, in grado di esprimere qualsiasi messaggio.

Sintassi

La lingua dei segni italiana è una vera lingua dal punto di vista sociologico, in quanto espressione di una comunità: la comunità dei sordi italiani. È anche una vera lingua con una sua struttura e sintassi: questa è spesso differente dall’italiano ma può avere incredibili similitudini con altre lingue orali. I verbi ad esempio non si coniugano in base al tempo, ma devono concordare sia con il soggetto (come in italiano) sia con l’oggetto dell’azione, come avviene in basco. Esistono forme pronominali numeriche per indicare “noi due, voi due” (come il duale del greco antico) e addirittura “noi cinque, voi quattro, loro tre”. La concordanza di verbi, aggettivi e nomi non è basata sul genere (maschile e femminile come in italiano) ma sulla posizione nello spazio in cui il segno viene realizzato. Esistono diverse forme per il plurale “normale” e il plurale distributivo, distinzione sconosciute alle lingue europee, ma note in lingue oceaniche. Il tono della voce è sostituito dall’espressione del viso: c’è un’espressione per le domande dirette («Vieni?», «studi matematica?») una per domande complesse («quando vieni?», «cosa studi?», «Perché piangi?») una per gli imperativi («Vieni!», «Studia!») e altre per indicare le frasi relative («il libro che ho comprato, la ragazza con cui parlavi»).

segno di ogni lingua dei segni può essere scomposto in 4 componenti essenziali:

  • movimento,
  • orientamento,
  • configurazione,
  • luogo (ossia le quattro componenti manuali del segno)

e componenti non manuali:

  • espressione facciale,
  • postura e
  • componenti orali.

Di quest’ultimo elemento, le componenti orali, poiché rappresentate solo talvolta da labializzazione simile al parlato, si ritiene che non appartengano propriamente alla lingua dei segni se non per aspetti secondari laddove il segno sia indentificabile e pienamente intelleggibile grazie alle altre componenti

Si tratta dunque di un apporto delle lingue orali la cui influenza sulle lingue dei segni si manifesta a causa di una educazione oppressiva che non permise, e talvolta anche oggi non permette, l’uso naturale della lingua dei segni ai sordi con evidenti finalità di ‘integrazione’ (forzata e a senso unico): molti sordi ad esempio usano segnare il verbo in ultima posizione (es: bambino mamma lui-le-parla) quando comunicano in Lis, tuttavia nelle traduzioni televisive il verbo viene spesso messo in seconda posizione ad imitazione dell’italiano.

Un altro evidente sintomo della pervicace ricerca di ‘integrazione’ è la pseudo-lingua detta “Italiano Segnato”, ovvero l’uso dei segni con struttura grammaticale della lingua italiana oppure, ancora, il ricorso all’alfabeto manuale (dattilologia) quando il segnante manchi, per sua ignoranza, di un segno o non sia ancora entrato a far parte della lingua nella LIS, il cherema corrisponde al fonema delle lingue parlate. Si può in questo caso parlare di coppie minime facendo riferimento a due segni che differiscono soltanto di una delle componenti essenziali. Alcune funzioni grammaticali vengono espletate dalle espressioni facciali come ad esempio la forma interrogativa. È possibile, tuttavia, con un solo segno che incorpora più elementi rappresentare intere frasi o loro parti consistenti e significative; esistono perciò segni particolari – come per esempio i cosiddetti classificatori – che svolgono più funzioni.

È importante non far confusione tra termini apparentemente equivalenti come “la lingua dei segni” e “il linguaggio dei segni”. Questo perché il termine “linguaggio”, almeno secondo il De Mauro Paravia, indica genericamente la capacità innata degli esseri umani di comunicare tra di loro in una (o più di una) lingua, indipendentemente dal fatto che si usi la voce o il corpo per veicolare tale lingua. Il termine “lingua” designa quindi un sottoinsieme ben specifico dei vari “linguaggi”.

Longo Riccardo

Cognome: Longo

Nome: Riccardo

Data di nascita:

Professione: Geometra

Ruolo all’interno di Utopia Sport: Segretario – addetto stampa

Dico di me: “Lo storico del paese”….

Riccardo Longo, da sempre impegnato nella promozione delle attività del comune di Vernole, è addetto stampa della nostra associazione.

Ringraziamo il suo operato che finora ha permesso la promozione e divulgazione delle attività sportive e manifestazioni organizzate da Utopiasport!

Cogliamo l’occasione per promuovere il suo blog www.noidivernole.wordpress.com!

Pagina 3 di 3123